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I maestri del Barocco: Borromini e Bernini (Itinerario 2)

Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini sono i protagonisti della Roma barocca. A questi due grandi maestri dedichiamo due itinerari diversi per cogliere di ognuno le tante opere che hanno lasciato. Bernini, nato a Napoli, e Borromini, originario della svizzera italiana, incrociano il loro destino a Roma negli anni del pontificato di Papa Urbano VIII Berberini (1623-1644) coinvolti nei programmi di trasformazione di Roma promossi dal papa, tra questi, il palazzo di famiglia nei pressi del Quirinale e l’interno della basilica di San Pietro. Due mondi diversi, due stili e due personalità opposte, ma ognuna straordinaria e geniale, entrambi destinati a cambiare il volto dell’architettura di Roma e di tutta Europa, con idee che ancora oggi animano l’architettura moderna e contemporanea.

Il nostro “appuntamento” con Bernini e Borromini prosegue per scoprirne le personalità e la ricerca artistica. Quindi ci muoviamo da Piazza di Spagna, dalla fontana della “barcaccia”, espediente scenografico nel cuore di Roma in perfetta simbiosi con il resto della piazza che la circonda. Si prosegue in direzione della bella colonna di piazza Mignanelli e del monumentale palazzo borrominiano di Propaganda Fide, luogo ufficiale della formazione gesuitica, le cui forme sinuose e aggettanti costituiscono un manifesto della cultura barocca di Roma. Incroceremo la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, dove ancora una volta e solamente a Roma, è possibile un confronto diretto tra i due giganti del Seicento: di Borromini la cupola della chiesa, di Bernini i due unici angeli originali del complesso scultoreo realizzato per il ponte Elio, di fronte a Castel Sant’Angelo. Gli angeli della chiesa sono un prodigio di tecnica e di bellezza che bene introducono ai capolavori di Bernini scultore conservati nella Galleria Borghese, luogo di collezione del cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V. La passeggiata prosegue per giungere al cospetto di Palazzo Chigi, su piazza Monte Citorio e il Pantheon, per raggiungere piazza Campo de’Fiori e lo spettacolare gioco prospettico della Galleria Spada, “scherzo” di Borromini.

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